venerdì 18 ottobre 2013

Un po' di storia sugli attacchi da sci - The history of ski bindings

Sappiamo tutti che gli oggetti e le cose che ci circondano non sono sempre state come le vediamo oggi, sono state quasi tutti modificate in meglio grazie all'evoluzione tecnologica. Non da meno sono gli attacchi da sci che si sono sempre più evoluti per dare allo sciatore maggiore sicurezza e stabilità.

Partiamo dalle origini dello sci dove non esistevano piste battute e men che meno impianti per la risalita e gli sci non venivano usati come oggi per fare sport o come mezzi di svago ma venivano utilizzati per cacciare e come strumento di spostamento durante la guerra.

Le origini
L'attacco più semplice e diffuso per questi usi di "utility"  era composto da semplici bande/lacci in fibre animali o vegetali, assicurati allo sci o mediante lo scavo di una fessura passante (mortasa) o mediante staffe più o meno inchiodate ai suoi lati.

La metà dell' '800
A meta' '800 Sondre Norheim, norvegese della regione del Telemark, crea l'attacco Osier in radici di betulla intrecciate, strutturato su un laccio anteriore che cinge il collo della calzatura più un secondo laccio che la cinge posteriormente, questo sistema di forze sarà alla base del funzionamento degli attacchi da sci per più di un secolo.
Sondre Norheim

Si passò poi all'uso dei lacci in cuoio accoppiati ad un giunco sotto tensione per tenerli il più possibile stabili sulla calzatura; dotati di tale tipo di attacco sembra che fossero i primi sci giunti sulle Alpi dalla Scandinavia, così come quelli utilizzati da Adolf Kind e i suoi amici, considerati i pionieri dello sci in Italia nel 1896, sulle prealpi torinesi e in Val Susa; con essi vennero fatti anche i primi esperimenti del corpo degli Alpini e dei Bersaglieri.
Adolf Kind

L'inizio del '900
Dalla fine dell'800 si diffusero anche gli attacchi cosiddetti a suola come Balata e Ellefsen.

             
Nel 1894 Fritz Huitfeldt, norvegese, introduce il primo attacco con puntale metallico; esso, con successive versioni, diventerà lo standard in Europa occidentale, oltre che in Scandinavia ovviamente, fino alla fine degli anni '20.
L'attacco che porta il suo nome e' caratterizzato da una robusta staffa in ferro passante nella mortasa dello sci, ripiegata ai lati dello scarpone e chiusa da un cinghietto che assicura la punta dello scarpone, la cinghia posteriore, che va a cingerne il tacco, attraversa anch'essa la mortasa; una delle versioni dell'attacco prevedeva una cinghia molto lunga con occhiello intermedio che cingeva lo scarpone più volte. Dal 1904 la fibbia tradizionale nelle cinghie posteriori degli attacchi viene sostituita dalla chiusura a leva Hoyer-Ellefsen che permette di calzare gli sci più facilmente, mantenendo la lunghezza preimpostata della cinghia.
Con attacco Huitfeldt erano gli sci in dotazione alle truppe alpine italiane nella I Guerra Mondiale.



Sulle Alpi orientali l'evoluzione è stata un po' diversa in quanto si affermarono gli attacchi a pedana metallica basculante con molla di freno, veri gioielli di tecnica fine, considerando l'epoca.
L'austriaco Mathias Zdarsky, grande innovatore della tecnica e dei materiali dello sci, brevettò l'attacco Lilienfelder nel 1896.

Mathias Zdarsky
                                            

Alcuni anni più tardi Georg Bilgeri, ufficiale dell'esercito austro-ungarico, introdusse la sua versione di attacco che equipaggiò le truppe da montagna austriache nella I Guerra Mondiale.

Georg Bilgeri

Quelli esaminati fin qui erano gli attacchi principali ma nel medesimo periodo e negli anni immediatamente seguenti ve ne furono diversi altri, diversamente diffusi nelle varie zone d'Europa, tra i quali Beauclair, Mueller, Schuster-Hoeck, Beetschen, Bergendhal.

Gli anni 20' e 30'
Negli anni '20 si trovò il modo di evitare di praticare la fessura passante nello sci fissando il puntale metallico con viti e attaccando la cinghia posteriore direttamente ai bordi di questo; nei primi esemplari la pedana - che era di lamierino metallico o di una specie di linoleum formato da canapa ricoperta da un qualcosa tipo pece o di celluloide - copre la base del puntale, in seguito diventano due parti distinte, si sviluppano precisi meccanismi per regolare la larghezza delle ganasce e nel punto di unione con la cinghia, compaiono appositi leveraggi per incrementarne la trazione diagonale verso il basso; sono gli attacchi di tipo Alpina che verranno continuamente perfezionati con l'aggiunta negli anni di vari particolari da parte di produttori e sportivi, sia nel puntale come le alette premisuola del Gresvig e del Thorleif Haug, sia nella cinghia posteriore come l'arco in lamiera metallica Jordell e la molla Bildstein.


Specificamente per lo sci nordico viene introdotto l'attacco Rottefella (letteralmente "trappola per topi"), molto leggero e privo di cinghie, che verrà diffusamente utilizzato con modifiche minime per più di cinquant'anni.

Gli anni '40 e '50
Negli anni '40 continuano i miglioramenti sugli attacchi esistenti, la cinghia posteriore removibile dotata di due ganci verrà a volte arretrata agganciandola a due perni ai lati dello sci, come nell'attacco Thiering, producendo così un maggiore bloccaggio del tallone in accordo alle nuove tecniche di sciata che già dal decennio precedente, in conseguenza delle innovazioni introdotte dalla scuola dell'Arlberg di Hannes Schneider, avevano abbandonato lo stile Telemark puro a tallone libero. Lo standard pero' diventa rapidamente l'attacco Kandahar con cavo a molla metallico e leva anteriore di serraggio, a motivo della sua robustezza e versatilità, infatti permette sia di procedere a tallone libero sia di bloccare il piede inserendo il cavo nelle apposite guide lungo i fianchi dello sci. Nella II guerra mondiale le truppe da montagna tedesche ed americane erano già dotate di sci con attacco Kandahar, quelle italiane invece utilizzavano ancora i modelli precedenti.
Attacchi Thiering
Attacchi Kandahar
Gli anni '60 e seguenti
L'utilizzo del Kandahar era generalizzato da tempo, venne dotato di puntale girevole ma ormai i tempi erano maturi per il suo abbandono, visto anche che la sciata era ormai diventata completamente a tallone bloccato. Dopo alcuni anni in cui si diffusero attacchi con pedana sganciabile, con talloniera a molla e cinghia lunga o con elaborati sistemi di sgancio come Hvam, Rouade e Cubco, all'inizio degli anni '70 gli attacchi con sgancio di sicurezza su puntale e talloniera lo soppiantarono totalmente.

Esempi di attacchi da sci 
Oggi
Oggi gli attacchi da sci hanno subito ulteriori miglioramenti e in alcuni casi sono stati ripresi attacchi che erano caduti in disuso come per esempio l'attacco Telemark con il tallone libero. Esiste una grande quantità di attacchi da sci per tutte le discipline e per tutte le esigenze, il settore è in continuo miglioramento per garantire sempre una maggior sicurezza per lo sciatore


Quest'anno è stato presentato un nuovo tipo di attacco per gli sci, totalmente differente da quelli precedenti, di seguito il link del video di presentazione e spiegazione di questo innovativo attacco. 

3 commenti:

  1. Le faccio i miei complimenti per il suo studio sugli "attacchi da sci" che casualmente ho scoperto in internet. Avrei due suggerimenti da farle.
    1- Avendo io praticato anche lo sci da fondo, avrei trovato interessante avere lo stesso studio sugli "attacchi da sci da fondo" che lei ha solo marginalmente trattato.
    2- Nel sua relazione fa accenno anche agli skistopper. Questo accessorio meriterebbe maggiori spiegazioni anche perché è nato dall'intuito di un inventore Italiano, il signor Ettore BORTOLI di Thiene (Vicenza), che presentò il suo brevetto al MIAS (Mercato Internazionale Articolo Sportivo) di Milano nell'anno 1979. Prima di allora, lo sci era attaccato alla caviglia dello sciatore con una cinghietta di cuoio. Questa soluzione era molto pericolosa perché in caso di caduta e sgancio dell'attacco, la cinghietta trascinava pericolosamente lo sci addosso allo sciatore. La soluzione del signor BORTOLI creò curiosità ma non ebbe subito un successo commerciale se non quando vendette il suo brevetto ai due più importanti produttori di attacchi di allora Salomon e Marker. Questi integrarono lo skistopper nell'attacco, soluzione adottata tutt'ora da tutti i produttori di attacchi da discesa. Quanto esposto è certificato da documenti in mio possesso. Sarei molto orgoglioso di poterglieli esibire in caso Lei volesse completare la sua splendida ricerca sugli "attacchi da sci".

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    1. Visto che il redattore di questa pagina non ha ritenuto opportuno farlo, comunico che la soprascritta ricerca e' apparsa precedentemente, nella su originalita' e completezza, nella pagina:
      https://sites.google.com/site/ceraunavoltalosci/storia-dello-sci/gli-attacchi
      redatta dal sottoscritto..... saluti eh.....

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  2. Grazie GB per aver ricordato il ruolo di mio nonno Ettore Bortoli nella storia dello sci.

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